Situato nel cuore di Bologna, il Caminetto d’oro propone un sapiente intreccio di tradizione, territorio e stagionalità, offrendo ai propri clienti una cucina allo stesso tempo raffinata e casalinga.
Questa è l’impronta data dalla fondatrice, Maria Di Giandomenico, che ha avviato l’attività nel 1980 per poi lasciarla al figlio Paolo nel 2014. Da sempre questo locale si caratterizza per un utilizzo attento delle materie prime e per menu della tradizione interpretati alla luce della curiosità.
Si va dalla pasta fresca fatta in casa – come tagliatelle, passatelli, pappardelle e tortellini – ai bolliti. E se il pescato del giorno solletica la fantasia della chef potete trovare anche piatti di pesce, con un rigoroso rispetto della stagionalità.
Paolo, il titolare, è sempre presente, pronto a salutare con affetto gli avventori e ad assicurarsi che tutto vada per il meglio.
Paolo:
Sono praticamente nato in cucina, come racconta sempre mia madre, ed evidentemente questo ha condizionato tutta la mia vita. Mi piace passare le giornate nel mio ristorante, scherzare con i ragazzi che lavorano con me, decidere il menù insieme alla chef, presentare un buon vino a un cliente. Quando mi allontano dal ristornate lo faccio solo per ricaricarmi e tornare con nuove idee. Penso che il mio amore per questo posto sia evidente, e i clienti tornano volentieri qui perché sanno che li sto ospitando a casa mia. Mi piace mantenere alto lo standard dei miei piatti perché ritengo di contribuire in qualche modo alla reputazione di Bologna. Questo locale è strettamente collegato alla città, non potrebbe esistere in nessuna altra parte d’Italia (almeno, non con queste caratteristiche). E i clienti me lo confermano. Più di una volta mi sono sentito dire che non si passa da Bologna senza fare un salto da Paolo per una tagliatella e per farsi consigliare un buon bicchiere di vino.
Sono trascorsi più di quarant’anni da quando abbiamo iniziato. Con l’impegno e la costanza di tutta la mia famiglia abbiamo consolidato una posizione nel mondo della ristorazione, senza correre dietro alla gloria ma dando sostanza al nostro lavoro. La fatica è stata anche ripagata dal riconoscimento di molte istituzioni cittadine. Penso ai nostri ‘vicini’ dell’Arena del Sole, che ci hanno permesso di avere costantemente fra i clienti attori e maestranze del teatro, alla Cineteca che ha portato qui grandi registi, da Scorsese a Ken Loach, all’Università con i suoi ospiti provenienti da tutto il modo.